E-commerce e marketplace: come e perché vendere i propri prodotti sul web

La vendita online è il presente e il futuro dei business, sia B2C, che B2B (ovvero rivolti al consumatore finale, il primo, o ad altre aziende, il secondo). Se tra attività commerciali i rapporti digitali sono già pratica comune perché definiti da tempo; tra produttore e consumatore, invece, il dialogo face-to-face è stato, fino a poco tempo fa, ancora molto forte. Le cose oggi sono però diverse e la crescita e la nascita sul web di numerosi e-commerce e marketplace non può che avvalorare la nostra tesi.

Negli ultimi anni, infatti, grazie all’affermarsi di piattaforme di vendita online come Amazon, eBay, Zalando e molte altre, le abitudini degli utenti sono cambiate sensibilmente. Inoltre, la chiusura forzata dei negozi dovuta alla pandemia da Coronavirus ha permesso a molte persone di interfacciarsi con questi nuovi metodi d’acquisto. Ciò che viene apprezzato maggiormente sono la comodità, l’immediatezza e la semplicità degli acquisti online. Rimanendo seduti comodamente sul proprio divano, infatti, è ormai possibile in pochi click acquistare qualsiasi cosa, da ogni parte del mondo.

Se possedere un sito vetrina, dunque, è quasi uno standard al giorno d’oggi, una base obbligatoria per ogni attività commerciale; poter vendere i propri prodotti sul web è un plus importante, che può radicalmente cambiare faccia al proprio business.

Un mondo che cambia… e si digitalizza.

Se un tempo recarsi in un negozio, al mercato o, già più recentemente, in un centro commerciale, era l’unico modo per fare acquisti, oggi le cose sono profondamente cambiate. Il “commercio elettronico” (da qui il nome e-commerce) ha cambiato le carte sul tavolo in cui si svolge ogni compravendita economica.

Nell’epoca di cui sopra, infatti, il consumatore doveva fisicamente investire il proprio tempo, oltre che i propri soldi, in un acquisto, perché “obbligato” a recarsi di persona presso il punto vendita. Oggi non è più così, perché il commercio digitale si è inserito nel mercato come un’alternativa decisamente più rapida e comoda.

D’altra parte, ovviamente, ha dato inizio ad una concorrenza molto più serrata tra i competitors di uno stesso campo. Se prima un consumatore doveva occupare molto più tempo a valutare le varie opzioni a propria disposizione, senza poi magari cambiare mai fornitore; oggi trova queste possibilità appaiate una a fianco dell’altra, in una sorta di mostra di settore, ma digitale.

In un tale contesto, come già anticipato, non possedere un sito vetrina equivale ad auto-escludersi da questa competizione ed è dunque (quasi) obbligatorio. Possedere un e-commerce o vendere i propri prodotti su un sito marketplace, invece, significa rispondere alle esigenze di tutti i potenziali acquirenti e concorrere per un posizionamento forte e radicato sul mercato.

E-commerce

E-commerce e marketplace: come vendere online.

Aprire un e-commerce di proprietà o scegliere di vendere i propri prodotti avvalendosi di un marketplace, sono le due principali soluzioni a disposizione. Entrambe presentano vantaggi e carenze da soppesare attentamente. Premettendo comunque che una possibilità non esclude l’altra.

Prima di decidere come muoversi, come sempre, occorre effettuare un’attenta analisi di diversi fattori, poiché è una scelta da compiere con coscienza di causa:

  • In primo luogo è necessario analizzare la propria attività, definendo le proprie esigenze e i propri obiettivi per il futuro;
  • In seguito è buona norma guardarsi intorno, per capire come si muove il mercato e come agiscono i propri competitors;
  • Infine, sarà importante anche studiare il proprio pubblico target, delineando i profili principali delle proprie buyer personas.

Solo dopo aver inquadrato il contesto di riferimento, si potrà decidere se dotarsi di un e-commerce o scegliere uno o più marketplace.

Cos’è e quali i vantaggi di un e-commerce di proprietà.

L’e-commerce è una vetrina privata, ad uso esclusivo dell’azienda che decide di aprirlo. Rispetto ad un sito classico offre ovviamente la possibilità agli utenti di effettuare direttamente acquisti online. Pertanto necessita di un impianto di sicurezza e un percorso di vendita molto sofisticati.

Il grande vantaggio dell’e-commerce è proprio l’esclusiva proprietà del sito, da parte dell’azienda. La quale potrà gestire i flussi e le varie pagine a proprio piacimento; così come potrà personalizzarlo completamente, anche dal punto di vista estetico e stilistico. Un bel vantaggio per chi punta su una comunicazione del brand condivisa, stratificata e uniforme.

La pecca dell’aprire un nuovo e-commerce, sta nel fatto che non possiede un posizionamento sui motori di ricerca. Se il brand a cui è associato, quindi, è già molto forte sul mercato, allora i risultati non tarderanno ad arrivare; così come nel caso in cui un sito vetrina venga convertito in un e-commerce. Se, invece, l’azienda si sta approcciando per la prima volta sul web, allora sarà necessario investire in pubblicità e in campagne sponsorizzate, per aumentare la propria visibilità online.

A tal proposito, un grande consiglio è quello di affidarsi a professionisti del settore, come Naytes agenzia di marketing e comunicazione digitale di Reggio Emilia. Un team di professionisti ti seguirà nella realizzazione del tuo sito e-commerce e in tutte le attività di comunicazione e promozione online e offline.

E-commerce

Perché scegliere un marketplace.

Il marketplace è una sorta di supermercato o maxi store digitale: in un’unica piattaforma, infatti, vengono venduti prodotti di svariate aziende. I maggiori player del mercato raggruppano merci di diversi settori, mentre altri marketplace sono dedicati ad un’unica tipologia merceologica.

Decidendo di vendere i propri prodotti con questa modalità, si ha il grande vantaggio di affidarsi ad una struttura già esistente, testata e organizzata. Inoltre, le principali piattaforme garantiscono ai vari brand una già ottima visibilità, perché potranno contare su un posizionamento online forte e radicato.

Tuttavia, per quanto riguarda la struttura, i processi e l’estetica del sito, le aziende non avranno voce in capitolo. E se si può soprassedere su quello che è l’aspetto stilistico e grafico del sito; più complicato è il discorso relativo ai pagamenti e alla fatturazione delle vendite. I flussi economici e le spedizioni, infatti, sono totalmente in mano al marketplace stesso, limitando o complicando il controllo del brand, sul proprio venduto.

A questo si aggiunga che molte piattaforme richiedono una quota di partecipazione e trattengono una commissione sulla vendita. Due costi che, inevitabilmente, incideranno sugli introiti della propria azienda. Infine, come già anticipato in precedenza, la concorrenza sui marketplace è altissima, al punto che diventa fondamentale anche investire tempo e risorse per promuovere al meglio i propri prodotti e non farsi scavalcare dai propri competitor.

Per maggiori informazioni riguardo alla vendita online dei tuoi prodotti, non esitare a contattarci!
Naytes
è a tua disposizione per analizzare il tuo caso specifico e studiare insieme a te la migliore strategia per entrare nel mondo delle compravendita online.

SEO e SEM: quanto sono importanti per il tuo business?

Se stai cercando di far crescere il tuo business e aumentare la visibilità del tuo sito web e del tuo brand, è necessario tu conosca i principi di SEO e SEM. Questi due acronimi – che al loro interno comprendono un intero mondo – sono infatti due elementi fondamentali ed imprescindibili del digital marketing. SEO e SEM, che come vedremo tra poco, sono attività che vanno ad influenzare la tua presenza sul più utilizzato motore di ricerca in Italia – Google se te lo stessi chiedendo – e, dunque, sono in grado di migliorare largamente le tue prestazione online.

Andiamo quindi a definire cosa si intenda per SEO e SEM e quali le differenze tra le due, ma soprattutto quanto siano importanti per il tuo business.

Cos’è la SEO?

Tecnicamente SEO è l’acronimo di “Search Engine Optimization”, ossia l’arte di ottimizzare il proprio sito web – e i propri contenuti – per i motori di ricerca. La SEO, infatti, comprende tutte quelle attività che hanno lo scopo di aumentare le visite e l’indicizzazione organica del tuo sito, nelle SERP di Google.

SEO e SEM, ma cosa sono le SERP?

E a questo punto è necessario definire cosa siano le SERP, ossia le “Search Engine Result Page”. Si tratta, in breve, delle pagine di risultato che appaiono all’utente, ogni volta che interroga Google e lancia una ricerca. Ciò che il motore mostra all’utente, infatti, è un indice delle pagine di siti web che ritiene più autorevoli e pertinenti, che quindi meglio rispondono alla sua specifica richiesta. In poche parole, che meglio trattano l’argomento cercato tramite keyword.

Le attività di SEO.

Le attività di SEO, dunque, risultano fondamentali, perché permettono di aumentare la “considerazione” che Google ha del nostro sito. Più un contenuto è ben strutturato, migliore sarà il valore attribuitogli dal motore di ricerca, che lo inserirà più frequentemente nelle prime posizioni delle SERP, quelle più visitate dagli utenti.

Lavorando correttamente di SEO, si genererà intorno al tuo sito un circolo virtuoso e benefico. Migliore è la tua posizione in SERP, infatti, maggiori saranno gli utenti che raggiungeranno il tuo sito; e crescendo il numero di click verso i tuoi contenuti, aumenterà anche l’attenzione di Google per il tuo sito aziendale, facendoti guadagnare sempre più posizioni in SERP.

Pensa a quando navighi su Google e comprenderai immediatamente il valore di queste attività. Quante volte passi alla seconda pagina dei risultati di ricerca? E quante volete invece tra i primi 10 link trovi ciò che cerchi? È innegabile: conquistare la prima pagina delle SERP, per il maggior numero di parole chiave inerenti con la tua attività, significa far crescere la tua visibilità organica, la tua brand awareness e, quindi, il tuo business e il tuo fatturato.

SEO e SEM

Cos’è la SEM?

Tecnicamente con l’acronimo SEM si intendono le strategie di “Search Engine Marketing” e comprende quindi anche le attività di SEO e SEA. Quest’ultima sigla riguarda la “Search Engine Advertising”, ossia le tecniche di promozione web a pagamento. Nel corso degli anni, però, con SEM si è giunti ad indicare quasi esclusivamente l’ambito SEA e con il termine “Search Marketing” ciò che prima era la macro-categoria comprendente oggi SEO e SEM (ex SEA).

Di fatto, dunque, quando si parla di SEM, si intendono le strategie e tecniche che puntano ad aumentare la visibilità di un sito, migliorandone il posizionamento in SERP tra i risultati a pagamento dei motori di ricerca.

Le pagine dei risultati di Google, infatti, si dividono fondamentalmente in due parti: nelle primissime posizioni troviamo gli annunci a pagamento; a seguire, tutti quelli invece organici. Nel primo caso, l’indicizzazione avviene attraverso attività a pagamento; nel secondo, invece, sulla base della qualità dei contenuti interni al sito proposto da Google e attraverso le attività di SEO.

Le attività di SEM.

L’obiettivo della SEM è quello di portare sul proprio sito web il maggior numero di utenti che navigano sui motori di ricerca. Per raggiungere questo risultato, banalizzando il processo, si acquista traffico e posizionamento su Google, per determinate chiavi di ricerca. Il costo viene definito attraverso un sistema ad asta: più paghi, più volte vieni mostrato agli utenti. Il grande vantaggio di questa pratica, però, è quello che l’addebito del motore di ricerca avviene solo per i click effettuati sull’annuncio e, quindi, solo quando l’utente visita, attraverso questo percorso, il tuo sito web. È il processo che viene in genere chiamato “Pay Per Click”, o PPC.

Più che mai, per le attività di SEM, che richiedono quindi un costo periodico da corrispondere al motore di ricerca, è fondamentale affidarsi ad un esperto del settore. Il SEM specialist, infatti, è proprio colui che si occupa di creare, settare e ottimizzare nel tempo le campagne a pagamento, in genere attraverso Google Ads. Naytes, agenzia specializzata in comunicazione e marketing, è in grado di occuparsi per te di queste attività, rendendoti costantemente partecipe nel processo di ottimizzazione e analisi dei risultati raggiunti.

SEO e SEM

La differenza tra SEO e SEM.

SEO e SEM hanno lo stesso obiettivo: fare in modo che Google mostri il tuo sito web, per farlo trovare dalle persone giuste, nel momento in cui hanno bisogno di te.

Esistono diversi modi per raggiungere questo risultato – recentemente abbiamo parlato di Email Marketing, ad esempio, oppure della Google My Business – ma nessuno è così diretto e profilato, come sfruttando SEO e SEM.

La grande differenza tra SEO e SEM, quindi, sta nei tempi necessari per apprezzare i primi risultati, oltre che nella “facilità” con cui si raggiungono. Se la SEO richiede generalmente diverso tempo per concretizzare l’attività; gli annunci sponsorizzati a pagamento iniziano a generare traffico più rapidamente, in un lasso di tempo tanto breve, quanto è alto l’investimento effettuato.

I click prodotti dalla SEM, inoltre, sono decisamente più mirati: grazie ad un fine lavoro di precisione, infatti, potrai mostrare agli utenti il tuo sito, per determinate keywords, senza possibilità di errore. La pertinenza dei siti proposti all’utente, infatti, è massima, in quanto è a vantaggio di Google, mostrargli i contenuti più adatti alla sua ricerca.

Infine, è necessario anche considerare che, se con un budget adeguato è possibile posizionare il proprio sito per qualsiasi chiave di ricerca; molto diverso è il discorso che riguarda la SEO: alcune keywords, che spesso sono anche le più digitate, sono molto competitive e alcuni temi trattati da colossi del settore! Pertanto risulterà più complesso, in questi casi, scalare le SERP e rendere visibile il proprio brand, dagli utenti interessati.

Content marketing: consigli e vantaggi di un plan vincente

Content marketing NaytesIl content marketing, come tante altre, è un’attività molto importante per tutte quelle aziende che voglio elevare il proprio business, creando un rapporto più forte e diretto con il loro pubblico di potenziali clienti. Le tecniche che rientrano nelle strategie di content marketing, infatti, non hanno come scopo principale la vendita diretta, ma l’engagement. O meglio, creare un rapporto e un dialogo di valore con l’utente, al punto di orientarne il processo decisionale d’acquisto.

Il content marketing, dunque, può essere definito come l’insieme delle attività e delle tecniche per creare e diffondere contenuti testuali e visuali di valore, legati strettamente ad un marchio o ad un prodotto/servizio. In poche parole, si tratta di condividere con il proprio pubblico di riferimento articoli, infografiche, video e altri contenuti informativi (ma non solo), utili in un modo o nell’altro a quello stesso pubblico, al fine di intercettare e fidelizzare utenti.

Cos’è il content marketing?

Non è facile definire in modo univoco cosa sia il content marketing. Esistono, infatti, un’infinità di strade percorribili per fidelizzare il cliente tramite contenuti di valore. Esse, inoltre, dipendono da numerosi fattori, che ne definiscono la direzione: il mercato, i competitor, il pubblico target, il tipo di attività che l’azienda svolge. Queste sono solo alcune delle variabili da tenere in considerazione, perché solo in seguito ad un’analisi approfondita è possibile definire quali contenuti pubblicare, in quale formato, su quali piattaforme…

L’obiettivo del content marketing, quindi, è quello di interessare il pubblico intercettato, fornendo informazioni e instaurando un rapporto con esso. E, a lungo termine, ottenere risultati legati alla brand awarness e la lead generation. L’idea è quella di produrre contenuti per creare una relazione di credibilità con l’utenza, soddisfare loro necessità e non apparire come interessati solo alla vendita.

La possibilità e le combinazioni per fare content marketing sono tantissime, per questo, al fine di raggiungere il miglior risultato possibile, oltre a produrre contenuti di alta qualità e veramente interessanti (ovviamente), è necessario definire un “content marketing plan”. Come sempre accade, infatti, è la programmazione a fare la differenza: un’azienda può anche realizzare i più completi articoli informativi, ma se non sa come, quando e dove condividerli, il loro potenziale andrà perduto.

Content marketing plan: cos’è e come si struttura.

Il primo passo da compiere è quello di analizzare nel dettaglio la propria azienda, ma anche il contesto entro il quale si muove. In questo senso sarà sicuramente utile definire una digital strategy e quindi studiare:

  • Il mercato di riferimento;
  • Le strategie e le tecniche adottate dai principali competitor;
  • I profili del pubblico target, ossia l’audience al quale ci si rivolge;
  • I punti di forza da sfruttare e quelli di debolezza da limare della propria azienda.

Content marketing

A questa prima fase di studio, poi, deve seguirne una seconda, in cui si procede a definire:

  • Gli obiettivi che si vuole perseguire. Possono essere diversi: lead generation, ossia ottenere contatti utili; branding, ovvero posizionare il proprio brand e aumentarne visibilità e riconoscibilità; link earning, produrre contenuti di qualità per aumentare la propria popolarità e guadagnare citazioni di valore, da fonti terze;
  • La tipologia di contenuti più adatta per passare il proprio messaggio: dagli articoli informativi ai video emozionali, dalle infografiche a webinar, ebook, guide, interviste, podcast, tutorial, whitepaper… L’abbiamo detto, le possibilità sono molte e vanno tutte passate in rassegna, anche in base a quanto deciso nel prossimo punto;
  • I canali su cui condividere i propri contenuti. Il content marketing può essere veicolato sia online che tramite media offline, l’importante è sempre avere ben presente il proprio target. Non esiste infatti un canale a priori più efficace, è invece fondamentale individuare i mezzi più efficienti per diffondere i propri contenuti e coinvolgere al meglio il proprio pubblico di riferimento. Occorre mettersi nei panni del proprio audience e chiedersi: quali soluzioni si adattano meglio alle loro aspettative? Quali rispondono meglio ai loro bisogni e li coinvolgeranno di più e meglio? E quali saranno a loro più accessibili e renderanno i nostri contenuti più reperibili?

I vantaggi di fare content marketing.

I motivi per cui un’azienda dovrebbe studiare una strategia di content marketing sul lungo periodo sono molteplici. Il content marketing, infatti, è ad oggi una delle tecniche più utili ed efficaci per raggiungere, attrarre, coinvolgere e infine fidelizzare i clienti, rispondendo a dubbi e quesiti che si pongono circa determinati temi, prodotti, servizi e attività.

Proviamo dunque a riassumere quali sono i vantaggi e i motivi per fare content marketing:

Aumento delle conversioni.

Partiamo dall’obiettivo più a lungo termine, ossia l’aumento delle conversioni. Non aspettatevi un’impennata di acquisti dopo pochi mesi di attività, ma un incremento graduale ed esponenziale nel tempo sì. Il content marketing, infatti, è un maratoneta che rende sulle lunghe distanze: uno studio di Aberdeen Group dimostra come le aziende che applicano queste strategie arrivino a convertire anche 6 volte di più rispetto ai competitor che non fanno content marketing.

Creare un legame con l’utenza.

Il content marketing, se fatto nel modo corretto, non viene percepito dall’utenza come pubblicità. I fruitori non penseranno che con quel contenuto stiate cercando di vendergli i vostri prodotti e servizi. In questo modo abbatterete la loro diffidenza nei confronti del vostro brand, che ai loro occhi apparirà anche più autorevole. Così facendo sarà possibile creare un legame più profondo e duraturo con il vostro audience.

Content marketing

Migliorare l’immagine del brand.

Se gli utenti troveranno i vostri contenuti interessanti, utili e comprensibili, la loro stima nei vostri confronti aumenterà. Saranno quindi portati a parlare di voi con amici e conoscenti e, magari, a linkare e condividere i nostri contenuti. Di conseguenza, il pubblico comincerà a vedervi come veri esperti del settore, riconosciuti e affidabili, migliorando anche la vostra reputazione.

Traffico sul sito, conversioni e SEO.

Contenuti efficaci e in linea con gli interessi del pubblico porteranno inevitabilmente un aumento di traffico sul sito web. E, di conseguenza, aumenteranno anche le conversioni.

Non solo le vendite, aumenterà anche la visibilità del vostro sito sui motori di ricerca. Il flusso di utenti, infatti, innesterà un loop virtuoso per cui avremo: più utenti sul sito —> più autorevolezza per i motori di ricerca —> le vostre pagine saranno indicizzate come di alto valore —> si scalano le SERP —> si raggiunge ancora più utenti. E via così, senza limiti, aumentando anche le vendite.

Il content marketing è più conveniente.

Secondo uno studio di Demand Metric, infatti, questa attività e decisamente meno costosa e più redditizia della pubblicità tradizionalmente intesa: il content marketing costa in media il 62% in meno e genera 3 volte più contatti, sempre considerando un orizzonte temporale medio-lungo.

Perché la digital strategy è il primo passo per avere successo sul web

Nel momento in cui un’azienda decide di presidiare e di sfruttare i canali di comunicazione e marketing digitali per consolidare o aumentare la forza del proprio brand, è necessario studiare una strategia bene precisa, per ottimizzare l’investimento e rendere più efficaci i propri sforzi. Strumento di supporto fondamentale in questo senso è la digital strategy, che sarà il punto di partenza su cui basare i propri interventi sul web.

E attenzione, perché non stiamo parlando solo a chi si approccia per la prima volta al mondo del marketing online; ma anche alle aziende consolidate, comprese quelle che operano già da anni sul mercato digitale. Come spiegheremo di seguito, infatti, grazie ad una digital strategy sarà possibile individuare quali canali presidiare e come farlo nella maniera corretta. I comportamenti degli utenti e le loro abitudini, infatti, cambiano e si evolvono col passare del tempo. Una digital strategy, quindi, può essere molto importante anche per brand con un’importante storicità e riconoscibilità di marca.

Andiamo dunque a spiegare cosa sia una digital strategy, come viene realizzata da agenzie di marketing e comunicazione come Naytes di Reggio Emilia e quali gli obiettivi che si pone.

Cos’è e perché partire da una digital strategy.

Per sintetizzarne i concetti fondamentali, la digital strategy è un’analisi, fatta da esperti del settore, necessaria a studiare la migliore presenza sul web per una determinata azienda. Definisce e focalizza l’attenzione sugli strumenti e i canali online che possono risultare più redditizi per la data attività e per sponsorizzare i suoi prodotti/servizi. Inoltre, permette di pianificare nel dettaglio ogni intervento sul web, valutandone benefici o rischi, per ottimizzare gli investimenti.

Il fine ultimo di ogni digital strategy, infatti, è quello di raggiungere efficacemente gli obiettivi di business fissati e garantire il successo dell’azienda sul web.

Al giorno d’oggi è fondamentale utilizzare al meglio i canali disponibili online. E basare il proprio lavoro su una strategia digitale è il modo giusto di farlo! Seguendo una digital strategy professionale, infatti, sarà possibile sfruttare al meglio tutti i benefici del marketing digitale, quali:

  • Ottenere una maggiore visibilità per la propria azienda e dunque per i prodotti/servizi che offre al pubblico;
  • Gestire e migliorare due fattori importantissimi sul web: la brand awarness e la brand reputation;
  • Individuare quali canali online sfruttare: alcuni di essi permetteranno di intercettare meglio è più facilmente il proprio target di riferimento, altri meno. Grazie alla digital strategy sarà chiaro su quali canali puntare e su quali, invece, investire risorse minori;
  • Oltre che intercettare nuovi clienti, sarà più semplice fidelizzare quelli che hanno già usufruito dei prodotti/servizi offerti dalla propria azienda;
  • Il markerting online, infine, permette di analizzare semplicemente, ma nel dettaglio i risultati ottenuti dalle varie attività sul web. In questo modo sarà semplice capire quali sono i canali più o meno redditizi per il proprio business e come modificare la propria strategia per renderla ancora più efficace.

Digital strategy

Come realizzare una strategia digitale di successo.

Il mondo digitale offre al giorno d’oggi una miriade di possibilità non solo per promuovere un’attività, ma anche per aumentare i propri clienti e, di conseguenza, il proprio fatturato. Interagire con il web nel modo giusto è dunque fondamentale e una digital strategy studiata a regola d’arte, l’abbiamo detto, è il primo passo per farlo.

Per realizzare una strategia digitale di successo, Naytes analizza preliminarmente quattro punti fondamentali, ovvero:

  • Individuare quelle che vengono definite le buyer personas di una determinata azienda o attività. Le buyer personas sono sostanzialmente delle rappresentazioni univoche di macrocategorie di clienti-tipo che presentano caratteristiche bene definite e condivise tra loro;
  • Parallelamente all’individuazione delle buyer personas, si va ad osservare anche i loro comportamenti tipici di fronte ad un problema o ad una necessità. In poche parole si va a definire il customer journey, ovvero il percorso e tutto l’insieme di passaggi che un potenziale cliente compie online, per arrivare all’acquisto di un servizio/prodotto;
  • Come terzo step si compie un’analisi dei diversi canali digitali disponibili, per capire quali utilizzare per intercettare al meglio le buyer personas e interagire con esse;
  • Infine, una volta definiti i precedenti punti, si studia la migliore strategia per integrare e far collaborare al meglio i diversi strumenti digitali e social. L’obiettivo è quello di realizzare una comunicazione condivisa e stratificata, per ottenere i migliori risultati possibili.

Come la digital strategy guida il lavoro online.

Il risultato di una digital strategy non è solo la base da cui partire per interagire e presidiare il web. Essa infatti definisce, anche e soprattutto, le linee guida da seguire nel lavoro quotidiano e dunque le azioni da compiere su ogni canale online, giorno dopo giorno. Nel dettaglio, grazie ad una strategia digitale professionale, saranno ben definiti:

Digital strategy

  • In primis, gli obiettivi aziendali da raggiungere e, di conseguenza, anche il budget da allocare in ogni diversa attività, secondo un piano di marketing;
  • Il piano editoriale di content marketing per la condivisione di contenuti sui diversi canali online e il timing da rispettare per compiere ogni azione;
  • Come gestire le interconnessioni tra i vari canali e come gestire le relazioni con i clienti e le reazioni del mercato alle determinate campagne di comunicazione;
  • Inoltre, la digital strategy guarda anche al futuro. Oltre a definire le azioni da compiere nel presente, infatti, programma anche quali canali online potranno essere sfruttati una volta raggiunti determinati obiettivi. Ed eventualmente anche quali innovazioni e strumenti tecnologici andare ad introdurre.

Possiamo dunque concludere che definire una digital strategy prima di intraprendere un percorso di marketing e comunicazione sul web è fondamentale per non disperdere risorse ed energie, ma focalizzarle verso i migliori canali e le migliori strategie comunicative; ma anche perché è il primo passo per programmare un futuro più prospero per la propria azienda.

Tutti i vantaggi di una strategia chiara: l’importanza del piano editoriale

Affinché la propria comunicazione aziendale sul web abbia successo, è necessario avere una strategia chiara. Alla fase di studio del settore di riferimento e dei canali di promozione, ovvero dopo aver stilato una digital strategy aziendale, è necessario passare ad una fase più operativa. I contenuti individuati per intercettare il pubblico target, infatti, devo essere organizzati e calendarizzati in un piano editoriale.

Il “PED”, tecnicamente, è un documento che definisce precisamente quali contenuti vanno pubblicati e su quale media, ma soprattutto quando condividerli. Il piano editoriale è a tutti gli effetti uno strumento molto importante del content marketing: come in ogni aspetto della vita, infatti, il timing è fondamentale.

Realizzando e seguendo con costanza il proprio piano editoriale sarà possibile ottenere maggiore visibilità e raggiungere gli obiettivi fissati.

Cos’è un piano editoriale?

Non è un semplice calendario, ma uno strumento di programmazione al tempo stesso puntuale, perché ogni giorno si definisce cosa, come e dove pubblicare; ma anche complessivo dell’intera strategia comunicativa, poiché permette una visuale a lungo termine delle condivisioni. Inoltre, nel piano editoriale, ogni componente del team interessato nella realizzazione dei contenuti trova tutte le informazioni necessarie alla produzione.

Il PED contiene tutte gli elementi necessari, relativi alla strategia aziendale di content marketing, che va strutturata in modo completo, effettuando:

  • L’analisi del brand e del suo posizionamento sul mercato;
  • La definizione degli obiettivi da raggiungere, in modo specifico e basandosi su parametri misurabili;
  • Lo studio del pubblico target di riferimento, tramite l’identificazione delle buyer personas dell’azienda;
  • La scelta dei contenuti da veicolare e dei canali sui quali condividerli.

Come creare un PED efficace?

Definita la digital strategy, si procede alla definizione del piano editoriale. In genere si tratta di una tabella o un calendario in cui, giorno dopo giorno e per ogni contenuto si specificano:

  • Canale di pubblicazione: blog sul sito web aziendale, social network, newsletter o altro ancora;
  • Topic, ovvero l’argomento di cui tratterà il contenuto;
  • Le keywords fondamentali su cui ci si dovrà concentrare;
  • Il testo e le immagini che comporranno il contenuto;
  • Se necessario, produzioni simili condivise dai competitor, con il duplice obiettivo di prenderne spunto, ma di differenziarsi.

Il piano editoriale può comporsi di un unico documento omnicomprensivo o diversi file, in linea di massima divisi per canali di pubblicazione. Tutto dipende dalla complessità della strategia di comunicazione e dalla frequenza di condivisione.

Piano editoriale

In ogni caso, è fondamentale che tutto il team di produzione possa consultare il PED nella sua interezza, per lavorare in sincronia e armonicamente. Un medesimo contenuto, infatti, potrebbe essere declinato per essere pubblicato su diversi canali, adattandolo caso per caso.

Perché definire un piano editoriale?

In primo luogo il piano editoriale permette di gestire con anticipo cosa pubblicare, dove, quando e perché. E, in generale, è possibile avere sempre a disposizione gli obiettivi di ogni campagna e il target di riferimento da raggiungere. Quindi, in sostanza, migliora il lavoro di tutto lo staff, che avrà sempre ben chiaro il lavoro da svolgere.

Vi sono però anche altri motivi per avere un piano editoriale aggiornato, legati alla corretta presenza sul web.

Grazie al PED infatti si mantiene più facilmente il ritmo delle pubblicazioni. Un grande errore nella comunicazione online è quello di partire in quarta, condividendo tanti contenuti nel primo periodo, per poi calare inesorabilmente la frequenza di pubblicazione. Calendarizzare le condivisioni, invece, renderà molto più semplice lavorare con costanza e consolidare la propria presenza nell’universo online.

Inoltre, si evitano contenuti duplicati, non utili al raggiungimento degli obiettivi o fuori target, ossia non interessanti per il pubblico. Questo perché, banalmente, su ogni contenuto si riflette molto prima della produzione, definendolo in ogni dettaglio. In questo modo si rende molto più semplice identificare contenuti doppi o poco utili ai fini aziendali, perché non si arriverà mai a dover realizzare “all’ultimo momento”, con la fretta di un’imminente scadenza.

Infine, il piano editoriale renderà molto più semplice raggiungere un equilibrato livello di “varietà” e “stratificazione” dei contenuti:

  • Varietà intesta come diversificazione dei post, sia per quanto riguarda l’argomento trattato e il punto di vista con cui viene esposto; che per quanto riguarda la tipologia dei contenuti: video, infografiche, testo, immagini ecc;
  • Stratificazione nel senso che ogni pubblicazione potrà essere richiamata o rielaborata per per essere condivisa su un media differente: il post social può richiamare l’articolo di blog, che a sua volta può essere un approfondimento di un video, solo per fare un esempio.