Se stai cercando di far crescere il tuo business e aumentare la visibilità del tuo sito web e del tuo brand, è necessario tu conosca i principi di SEO e SEM. Questi due acronimi – che al loro interno comprendono un intero mondo – sono infatti due elementi fondamentali ed imprescindibili del digital marketing. SEO e SEM, che come vedremo tra poco, sono attività che vanno ad influenzare la tua presenza sul più utilizzato motore di ricerca in Italia – Google se te lo stessi chiedendo – e, dunque, sono in grado di migliorare largamente le tue prestazione online.
Andiamo quindi a definire cosa si intenda per SEO e SEM e quali le differenze tra le due, ma soprattutto quanto siano importanti per il tuo business.
Cos’è la SEO?
Tecnicamente SEO è l’acronimo di “Search Engine Optimization”, ossia l’arte di ottimizzare il proprio sito web – e i propri contenuti – per i motori di ricerca. La SEO, infatti, comprende tutte quelle attività che hanno lo scopo di aumentare le visite e l’indicizzazione organica del tuo sito, nelle SERP di Google.
SEO e SEM, ma cosa sono le SERP?
E a questo punto è necessario definire cosa siano le SERP, ossia le “Search Engine Result Page”. Si tratta, in breve, delle pagine di risultato che appaiono all’utente, ogni volta che interroga Google e lancia una ricerca. Ciò che il motore mostra all’utente, infatti, è un indice delle pagine di siti web che ritiene più autorevoli e pertinenti, che quindi meglio rispondono alla sua specifica richiesta. In poche parole, che meglio trattano l’argomento cercato tramite keyword.
Le attività di SEO.
Le attività di SEO, dunque, risultano fondamentali, perché permettono di aumentare la “considerazione” che Google ha del nostro sito. Più un contenuto è ben strutturato, migliore sarà il valore attribuitogli dal motore di ricerca, che lo inserirà più frequentemente nelle prime posizioni delle SERP, quelle più visitate dagli utenti.
Lavorando correttamente di SEO, si genererà intorno al tuo sito un circolo virtuoso e benefico. Migliore è la tua posizione in SERP, infatti, maggiori saranno gli utenti che raggiungeranno il tuo sito; e crescendo il numero di click verso i tuoi contenuti, aumenterà anche l’attenzione di Google per il tuo sito aziendale, facendoti guadagnare sempre più posizioni in SERP.
Pensa a quando navighi su Google e comprenderai immediatamente il valore di queste attività. Quante volte passi alla seconda pagina dei risultati di ricerca? E quante volete invece tra i primi 10 link trovi ciò che cerchi? È innegabile: conquistare la prima pagina delle SERP, per il maggior numero di parole chiave inerenti con la tua attività, significa far crescere la tua visibilità organica, la tua brand awareness e, quindi, il tuo business e il tuo fatturato.
Cos’è la SEM?
Tecnicamente con l’acronimo SEM si intendono le strategie di “Search Engine Marketing” e comprende quindi anche le attività di SEO e SEA. Quest’ultima sigla riguarda la “Search Engine Advertising”, ossia le tecniche di promozione web a pagamento. Nel corso degli anni, però, con SEM si è giunti ad indicare quasi esclusivamente l’ambito SEA e con il termine “Search Marketing” ciò che prima era la macro-categoria comprendente oggi SEO e SEM (ex SEA).
Di fatto, dunque, quando si parla di SEM, si intendono le strategie e tecniche che puntano ad aumentare la visibilità di un sito, migliorandone il posizionamento in SERP tra i risultati a pagamento dei motori di ricerca.
Le pagine dei risultati di Google, infatti, si dividono fondamentalmente in due parti: nelle primissime posizioni troviamo gli annunci a pagamento; a seguire, tutti quelli invece organici. Nel primo caso, l’indicizzazione avviene attraverso attività a pagamento; nel secondo, invece, sulla base della qualità dei contenuti interni al sito proposto da Google e attraverso le attività di SEO.
Le attività di SEM.
L’obiettivo della SEM è quello di portare sul proprio sito web il maggior numero di utenti che navigano sui motori di ricerca. Per raggiungere questo risultato, banalizzando il processo, si acquista traffico e posizionamento su Google, per determinate chiavi di ricerca. Il costo viene definito attraverso un sistema ad asta: più paghi, più volte vieni mostrato agli utenti. Il grande vantaggio di questa pratica, però, è quello che l’addebito del motore di ricerca avviene solo per i click effettuati sull’annuncio e, quindi, solo quando l’utente visita, attraverso questo percorso, il tuo sito web. È il processo che viene in genere chiamato “Pay Per Click”, o PPC.
Più che mai, per le attività di SEM, che richiedono quindi un costo periodico da corrispondere al motore di ricerca, è fondamentale affidarsi ad un esperto del settore. Il SEM specialist, infatti, è proprio colui che si occupa di creare, settare e ottimizzare nel tempo le campagne a pagamento, in genere attraverso Google Ads. Naytes, agenzia specializzata in comunicazione e marketing, è in grado di occuparsi per te di queste attività, rendendoti costantemente partecipe nel processo di ottimizzazione e analisi dei risultati raggiunti.
La differenza tra SEO e SEM.
SEO e SEM hanno lo stesso obiettivo: fare in modo che Google mostri il tuo sito web, per farlo trovare dalle persone giuste, nel momento in cui hanno bisogno di te.
Esistono diversi modi per raggiungere questo risultato – recentemente abbiamo parlato di Email Marketing, ad esempio, oppure della Google My Business – ma nessuno è così diretto e profilato, come sfruttando SEO e SEM.
La grande differenza tra SEO e SEM, quindi, sta nei tempi necessari per apprezzare i primi risultati, oltre che nella “facilità” con cui si raggiungono. Se la SEO richiede generalmente diverso tempo per concretizzare l’attività; gli annunci sponsorizzati a pagamento iniziano a generare traffico più rapidamente, in un lasso di tempo tanto breve, quanto è alto l’investimento effettuato.
I click prodotti dalla SEM, inoltre, sono decisamente più mirati: grazie ad un fine lavoro di precisione, infatti, potrai mostrare agli utenti il tuo sito, per determinate keywords, senza possibilità di errore. La pertinenza dei siti proposti all’utente, infatti, è massima, in quanto è a vantaggio di Google, mostrargli i contenuti più adatti alla sua ricerca.
Infine, è necessario anche considerare che, se con un budget adeguato è possibile posizionare il proprio sito per qualsiasi chiave di ricerca; molto diverso è il discorso che riguarda la SEO: alcune keywords, che spesso sono anche le più digitate, sono molto competitive e alcuni temi trattati da colossi del settore! Pertanto risulterà più complesso, in questi casi, scalare le SERP e rendere visibile il proprio brand, dagli utenti interessati.
Al giorno d’oggi, in cui la digitalizzazione delle imprese è sempre più importante per il successo di qualsiasi progetto imprenditoriale, è fondamentale conoscere e sfruttare al meglio tutti gli strumenti a disposizione, per aumentare la propria visibilità sul web. Google è una realtà che non ha di certo bisogno di presentazioni, così come il suo omonimo motore di ricerca, sul quale vengono effettuate, anche in Italia, la stragrande delle maggioranza delle ricerche online. Tra gli strumenti messi a disposizione dall’azienda californiana, però, ce n’è uno che, nel nostro paese, non è ancora sufficientemente noto e sfruttato: Google My Business.
Prima di parlare di GMB, però, è necessario inquadrare correttamente l’ambito in cui si innesta. Ognuno di noi effettua, quotidianamente, delle ricerche su internet e lo fa anche nel momento in cui cerca un prodotto da acquistare o necessita di un servizio qualsiasi. In questo senso, dunque, il web è divenuto un vero e proprio ponte di comunicazione tra le aziende, anche locali, e i clienti.
Essere facilmente reperibili e riconoscibili online, quindi, è un imperativo per fare impresa. E come vedremo, proprio Google My Business può essere uno strumento estremamente utile, per raggiungere questo obiettivo.
Cos’è e dove si trova Google My Business.
Abbiamo già detto che Google My Business è uno strumento per aumentare la visibilità del proprio brand. Ma è importante segnalare anche che, oltre ad essere utilissima per veicolare le principali informazioni relative alla propria azienda… GMB è gratuita!
Questo “googliano” servizio, quindi, è uno strumento da sfruttare al massimo. Anche perché, grazie a GMB è possibile controllare direttamente la propria presenza sui canali Google: dal famoso motore di ricerca a Google Maps. Tramite Google My Business, infatti, è possibile gestire tutte le informazioni che riguardano la propria azienda. Rappresenta quindi un mezzo fondamentale per ogni attività, in particolare per chi si rivolge ad un pubblico soprattutto locale, come le piccole e medie imprese e i professionisti autonomi.
Grazie ad una interfaccia decisamente semplice ed intuitiva, ogni azienda può fornire agli utenti molte informazioni fondamentali circa la propria attività, come:
- Foto dell’azienda e caricate dagli utenti Google;
- Indirizzo aziendale o delle sedi aperte al pubblico;
- Sito internet e contatti telefonici e mail;
- Giorni e orari di apertura;
- Principali prodotti in vendita e/o i servizi offerti;
- Recensioni degli utenti e le risposte dell’azienda;
- Breve descrizione e storia dell’attività.
Con GMB, inoltre, possono essere gestiti anche tutti i fattori che riguardano la SEO del proprio profilo e di tutte le pagine correlate, come le immagini mostrate dopo una ricerca online, i consigli proposti ai possibili clienti dopo una domanda e tanto altro ancora. Google My Business, inoltre, può essere utilizzata e gestita direttamente dal pannello di controllo presente su Google. Dunque, è molto semplice controllare tutte le informazioni inserite tramite qualsiasi dispositivo, anche mobile.
Tutta la forza di GMB.
Per rendersi conto del potenziale di Google My Business basterà cercare sul motore di ricerca una qualsiasi attività, grande o piccola che sia. Che sia la grande multinazionale o la pizzeria di quartiere, sulla destra dello schermo, o in primissimo piano da mobile, troverete tutte le principali informazioni che la riguardano. Considerata l’immensa visibilità del più utilizzato motore di ricerca al mondo, risulta intuitivo quanto questo strumento sia utile agli utenti e, di conseguenza, funzionale per le attività, se gestita correttamente.
Al contrario, la mancata o mala gestione di Google My Business è altamente controproducente! La maggioranza delle attività in tutto il mondo utilizza questo strumento, perdere questa opportunità di visibilità gratuita, equivale ad autosabotare il proprio business. Inoltre, iniziare ad utilizzare GMB è molto facile: è sufficiente creare un account Google aziendale recandosi nella pagina principale del servizio. Da qui potrete effettuare tutte le operazioni disponibili fin dal primo accesso.
Il grande errore, in questo senso, è quello di aprire la Google My Business, ma non gestirla in modo adeguato. Si immagini un utente che si rechi all’indirizzo sbagliato perché non è stato segnalato il cambio di sede o in un giorno di chiusura, perché non sono stati aggiornati gli orari di apertura… A livello di immagine sarebbe disastroso!
Per questo motivo, molte azienda di comunicazione e marketing, come Naytes di Reggio Emilia, rivendica e gestisce al meglio i profili GMB dei propri clienti, migliorandone inoltre la visibilità, il ranking nelle SERP di Google e, quindi, l’utilità per gli utenti.
Come utilizzare GMB in una strategia di comunicazione.
La pubblicità è cambiata moltissimo negli ultimi anni, specialmente a favore dei mezzi di comunicazione digitali. Se prima tutte le manovre di marketing erano basate su un approccio passivo rispetto ai possibili clienti, oggi le cose sono significativamente diverse. La comunicazione è molto più diretta, l’obiettivo è quello di creare un vero e proprio legame tra il cliente e il fornitore dei servizi.
Un esempio pratico di questa evoluzione è la presenza delle imprese sui social network, tramite pagine dedicate, o siti internet ufficiali. Un possibile cliente, infatti, spesso e volentieri si reca autonomamente su queste pagine web, divenendo componente attiva di tutta la manovra di marketing.
Il ruolo di Google My Business.
Google My Business, in questo senso, è fondamentale, perché permette all’azienda di esporre immediatamente il potenziale cliente a tutte le informazioni che riguardano l’impresa. Si rende così la comunicazione tra utente e fornitore molto più semplice e diretta. Senza l’utilizzo di GMB, lo stesso utente è costretto ad una ricerca più complessa e lunga: il contatto con l’azienda diviene meno immediato e l’attività troverà quindi maggior difficoltà a farsi spazio nel mercato attuale.
Tramite il servizio di Google, infatti, qualora qualcuno cercasse un’attività o un servizio specifico in una certa località, sarà molto più facile localizzare le imprese che operano in quel campo, in quella zona. Lo stesso vale per i servizi più specifici, poiché Google propone automaticamente, nei risultati ricerca, le principali attività che hanno fornito dati su quel determinato servizio. E ancora una volta torna il discorso dell’ottimizzazione dello strumento GMB, per emergere tra i competitor.
Di conseguenza Google My Business rappresenta uno degli strumenti più importanti da includere in una strategia di marketing online. Poiché aumenta moltissimo la probabilità di catturare l’attenzione della clientela dopo una semplice ricerca su internet e in maniera totalmente gratuita.
Il nostro consiglio.
Nel mercato attuale, la competizione sul fronte del digital marketing tra le aziende è diventata davvero alta. Per questo motivo, è importante non lasciarsi scappare nessuna possibilità di mettersi maggiormente in risalto nel proprio settore.
Per strutturare una strategia di comunicazione e marketing sul web, che sia coerente tra tutti i canali pubblicitari, è sicuramente utile rivolgersi ad un team di specialisti del settore. Solo con le adeguate competenza, infatti, sarà possibile gestire al meglio tutti i fattori che possono aumentare la propria visibilità online. Con il supporto di professionisti specializzati, come quelli di Naytes comunicazione e marketing, potrete effettuare anche delle analisi di mercato vere e proprie, con le quali mantenere sempre aggiornata la vostra impresa.
Al giorno d’oggi, chiunque voglia fare impresa e vendere i propri prodotti/servizi direttamente al consumatore finale, è necessario che instauri con lui un rapporto di fiducia, che spesso e volentieri nasce dal dialogo azienda-cliente e dalle interazioni che intercorrono tra le due parti. Per questo motivo, sempre più imprese investono le proprie risorse nella comunicazione, utilizzando le ultime tecnologie, come metodi più tradizionali. In un mondo dove, però, il consumatore è sovresposto ad una moltitudine di stimoli differenti, è necessario percorrere diverse strade, per trovare quella migliore per intercettare il proprio pubblico target. In questo senso, uno dei metodi più efficaci – e sicuramente anche molto di tendenza in questo periodo – è lo storytelling, ossia comunicare attraverso una storia.
La psicologia, infatti, ci insegna che le persone vengono attratte da tutto quello in cui possono identificarsi e amano sentirsi coinvolte in ciò che guardano o sentono. E questo è sicuramente un concetto utile e corretto, anche quando parliamo di comunicazione e marketing.
Lo storytelling, in particolare, è una di quelle strategie di comunicazione che ha, in primo luogo, l’obiettivo di rafforzare l’identità del brand nell’immaginario del cliente. Grazie allo storytelling, infatti, l’azienda può promuovere e trasmettere anche i propri valori morali ed etici, in cui il cliente potrà rispecchiarsi attraverso la narrazione di una storia.
Ma come fa un’azienda a mettere in campo questa strategia?
Come fare storytelling.
Una campagna pubblicitaria, i social media, un sito web, una pagina di rivista, un cartellone pubblicitario, un video o una semplice immagine. Tanti possono essere gli strumenti con cui fare storytelling ed è fondamentale utilizzarli in maniera integrata e coerente. Perché una storia, d’altronde, deve avere una sua continuità e una concatenazione di elementi che devono essere correttamente interpretati e percepiti dal pubblico target.
Gli elementi che definiscono le colonne portati dello storytelling sono quelli di ogni racconto, che ognuno di noi conosce e riconosce:
- Il protagonista (nel nostro caso potrebbe essere anche l’azienda o il professionista);
- Un luogo e un tempo ben definiti;
- Le azioni compiute dal protagonista;
- Gli ostacoli da superare per conquistare un obiettivo chiaro e semplice;
- Il finale a cui aspirare e da raggiungere.
Chi può fare storytelling.
Chiunque, letteralmente chiunque! Non bisogna, infatti, credere che solo le grandi aziende abbiano qualcosa da raccontare. Tutte le imprese, anche quelle più giovani o meno strutturate, hanno la propria storia da raccontare e da far vivere a chi ascolta.
Il racconto di ogni azienda è fatto di un inizio, un’idea che ha concepito la sua nascita, delle difficoltà che si manifestano giorno dopo giorno, di ostacoli superati, di successi e soddisfazioni raccolte col tempo. Bisogna trasmettere tutti questi elementi all’interno di una storia capace di raccontare i valori distintivi del brand.
Se gli stessi valori saranno condivisi dai clienti, la storia avrà sicuramente successo, perché l’identità del brand ne uscirà rafforzata. Riuscire a coinvolgere i clienti in questa narrazione, come detto, è l’obiettivo principale dello storytelling. Occorre che il pubblico si senta parte di questa storia! Ma attenzione, è importante emozionare senza però cadere in eccessivi sentimentalismi o finzioni: bisogna essere autentici, nessuno crede ad una narrazione finta.
Un caso concreto.
Un tipico esempio di storytelling fatto ad arte è quello costruito da Nike, in cui “empatia” ed “emozione” costituiscono i fondamenti della comunicazione. Utilizzando l’archetipo – ossia, il modello di comportamento – dell’eroe, ha creato di volta in volta delle narrazioni estremamente coinvolgenti per i propri clienti: celebre è la frase “Just do it”, che fa da filo conduttore di queste comunicazioni.
Il messaggio è che chiunque può diventare un eroe, chiunque può vestire capi Nike e riuscire a realizzare i propri obiettivi. Nike in questa storia si propone come “l’aiutante dell’eroe”, altra figura tipica del racconto. Dunque, il brand si ritrae come colui che aiuta l’eroe, ovvero il cliente, a vincere e raggiungere i suoi obiettivi.
Per perseguire questo scopo, affidarsi ad un’agenzia di comunicazione e marketing come Naytes, è sempre una scelta saggia. Strutturare uno storytelling efficace per la propria azienda è tutt’altro che semplice, mentre è fin troppo facile incorrere in errori di valutazione. Naytes mette a disposizione dei propri clienti un team di professionisti, esperti in vari campi della comunicazione, per costruire una narrazione efficace e impattante. Veicolando nel modo corretto i valori etici e morali dell’azienda, l’identità del brand verrà fortemente rafforzata, nella consapevolezza del cliente!
Nel momento in cui un’azienda decide di presidiare e di sfruttare i canali di comunicazione e marketing digitali per consolidare o aumentare la forza del proprio brand, è necessario studiare una strategia bene precisa, per ottimizzare l’investimento e rendere più efficaci i propri sforzi. Strumento di supporto fondamentale in questo senso è la digital strategy, che sarà il punto di partenza su cui basare i propri interventi sul web.
E attenzione, perché non stiamo parlando solo a chi si approccia per la prima volta al mondo del marketing online; ma anche alle aziende consolidate, comprese quelle che operano già da anni sul mercato digitale. Come spiegheremo di seguito, infatti, grazie ad una digital strategy sarà possibile individuare quali canali presidiare e come farlo nella maniera corretta. I comportamenti degli utenti e le loro abitudini, infatti, cambiano e si evolvono col passare del tempo. Una digital strategy, quindi, può essere molto importante anche per brand con un’importante storicità e riconoscibilità di marca.
Andiamo dunque a spiegare cosa sia una digital strategy, come viene realizzata da agenzie di marketing e comunicazione come Naytes di Reggio Emilia e quali gli obiettivi che si pone.
Cos’è e perché partire da una digital strategy.
Per sintetizzarne i concetti fondamentali, la digital strategy è un’analisi, fatta da esperti del settore, necessaria a studiare la migliore presenza sul web per una determinata azienda. Definisce e focalizza l’attenzione sugli strumenti e i canali online che possono risultare più redditizi per la data attività e per sponsorizzare i suoi prodotti/servizi. Inoltre, permette di pianificare nel dettaglio ogni intervento sul web, valutandone benefici o rischi, per ottimizzare gli investimenti.
Il fine ultimo di ogni digital strategy, infatti, è quello di raggiungere efficacemente gli obiettivi di business fissati e garantire il successo dell’azienda sul web.
Al giorno d’oggi è fondamentale utilizzare al meglio i canali disponibili online. E basare il proprio lavoro su una strategia digitale è il modo giusto di farlo! Seguendo una digital strategy professionale, infatti, sarà possibile sfruttare al meglio tutti i benefici del marketing digitale, quali:
- Ottenere una maggiore visibilità per la propria azienda e dunque per i prodotti/servizi che offre al pubblico;
- Gestire e migliorare due fattori importantissimi sul web: la brand awarness e la brand reputation;
- Individuare quali canali online sfruttare: alcuni di essi permetteranno di intercettare meglio è più facilmente il proprio target di riferimento, altri meno. Grazie alla digital strategy sarà chiaro su quali canali puntare e su quali, invece, investire risorse minori;
- Oltre che intercettare nuovi clienti, sarà più semplice fidelizzare quelli che hanno già usufruito dei prodotti/servizi offerti dalla propria azienda;
- Il markerting online, infine, permette di analizzare semplicemente, ma nel dettaglio i risultati ottenuti dalle varie attività sul web. In questo modo sarà semplice capire quali sono i canali più o meno redditizi per il proprio business e come modificare la propria strategia per renderla ancora più efficace.
Come realizzare una strategia digitale di successo.
Il mondo digitale offre al giorno d’oggi una miriade di possibilità non solo per promuovere un’attività, ma anche per aumentare i propri clienti e, di conseguenza, il proprio fatturato. Interagire con il web nel modo giusto è dunque fondamentale e una digital strategy studiata a regola d’arte, l’abbiamo detto, è il primo passo per farlo.
Per realizzare una strategia digitale di successo, Naytes analizza preliminarmente quattro punti fondamentali, ovvero:
- Individuare quelle che vengono definite le buyer personas di una determinata azienda o attività. Le buyer personas sono sostanzialmente delle rappresentazioni univoche di macrocategorie di clienti-tipo che presentano caratteristiche bene definite e condivise tra loro;
- Parallelamente all’individuazione delle buyer personas, si va ad osservare anche i loro comportamenti tipici di fronte ad un problema o ad una necessità. In poche parole si va a definire il customer journey, ovvero il percorso e tutto l’insieme di passaggi che un potenziale cliente compie online, per arrivare all’acquisto di un servizio/prodotto;
- Come terzo step si compie un’analisi dei diversi canali digitali disponibili, per capire quali utilizzare per intercettare al meglio le buyer personas e interagire con esse;
- Infine, una volta definiti i precedenti punti, si studia la migliore strategia per integrare e far collaborare al meglio i diversi strumenti digitali e social. L’obiettivo è quello di realizzare una comunicazione condivisa e stratificata, per ottenere i migliori risultati possibili.
Come la digital strategy guida il lavoro online.
Il risultato di una digital strategy non è solo la base da cui partire per interagire e presidiare il web. Essa infatti definisce, anche e soprattutto, le linee guida da seguire nel lavoro quotidiano e dunque le azioni da compiere su ogni canale online, giorno dopo giorno. Nel dettaglio, grazie ad una strategia digitale professionale, saranno ben definiti:
- In primis, gli obiettivi aziendali da raggiungere e, di conseguenza, anche il budget da allocare in ogni diversa attività, secondo un piano di marketing;
- Il piano editoriale di content marketing per la condivisione di contenuti sui diversi canali online e il timing da rispettare per compiere ogni azione;
- Come gestire le interconnessioni tra i vari canali e come gestire le relazioni con i clienti e le reazioni del mercato alle determinate campagne di comunicazione;
- Inoltre, la digital strategy guarda anche al futuro. Oltre a definire le azioni da compiere nel presente, infatti, programma anche quali canali online potranno essere sfruttati una volta raggiunti determinati obiettivi. Ed eventualmente anche quali innovazioni e strumenti tecnologici andare ad introdurre.
Possiamo dunque concludere che definire una digital strategy prima di intraprendere un percorso di marketing e comunicazione sul web è fondamentale per non disperdere risorse ed energie, ma focalizzarle verso i migliori canali e le migliori strategie comunicative; ma anche perché è il primo passo per programmare un futuro più prospero per la propria azienda.
Cos’è il Local Marketing?
Per Local Marketing si intende l’insieme di strategie di comunicazione messe a punto da un libero professionista o da un’azienda che possiedono una sede fisica in un territorio specifico. Queste attività mirano, da un lato, a fidelizzare i propri clienti, e dall’altro ad attirarne di nuovi. Sono dunque indirizzate ad un pubblico di utenti localizzati entro un certo raggio di distanza dall’azienda.
Parliamo di strategie particolarmente indicate per attività imprenditoriali per le quali il successo del business è legato dal numero di clienti che fanno visita allo store, per comprare dei beni o acquistare un servizio: bar, ristoranti, negozi di abbigliamento, agenzie immobiliari, officine di riparazioni…
Per queste attività l’implementazione di una strategia efficace di Local Marketing permette di:
- Consolidare la propria presenza sul territorio;
- Informare i clienti giusti – nel modo giusto – riguardo la propria offerta;
- Differenziarsi dalla concorrenza.
Perché è importante il Local Marketing?
In un mondo in cui le persone sono sempre più connesse e dove anche le più semplici attività quotidiane sono ormai digitalizzate, diventa fondamentale per le piccole e medie imprese stabilire una relazione online con i propri clienti o potenziali tali. È essenziale far capire loro che, in quel luogo e in quel determinato momento, è possibile fare affidamento sull’azienda.
Facciamo un paio di esempi. Siamo in bici e ci accorgiamo di aver bucato una ruota: la prima cosa che facciamo è digitare su Google “meccanico biciclette vicino a me”. Oppure, quante volte ci è capitato di visitare una città e di voler cercare un buon ristorante? Anche qui ci affidiamo al motore di ricerca per capire qual è il locale con le migliori recensioni, col menù che più ci piace o semplicemente quello più vicino a noi.
In questi casi, con molta probabilità, le prime attività che ci verranno presentate saranno quelle che hanno curato più delle altre le strategie di Local Marketing. Queste si basano sull’integrazione e la combinazione di diversi soluzioni di comunicazione, sia online che offline: un giusto mix di scelte strategiche, ognuna con obiettivi differenti.
Vediamo nel dettaglio i migliori strumenti che supportano le aziende in questo processo.
Social Media.
Utili per parlare e ascoltare il proprio pubblico. Attraverso le proprie pagine Facebook o Instagram, l’azienda dovrebbe, dopo aver stilato un piano editoriale in cui pianificare tempi e modalità dei contenuti, descrivere la propria quotidianità, i retroscena e soprattutto ascoltare ciò che il pubblico dice riguardo il business. I contenuti di qualità verranno sempre apprezzati dagli utenti. Postare contenuti estemporanei, senza programmazione e che fanno riferimento solo ai prodotti e servizi venduti, non porterà mai il medesimo successo.
Google My Business.
Creare una scheda in Google My Business è di primaria importanza. L’obiettivo è quello di fornire tutte le informazioni principali legate all’azienda, quali numero di telefono, orari di apertura, indirizzo della sede, sito web… Anche le recensioni costituiscono un oggetto fondamentale. Subito dopo l’erogazione del servizio o l’acquisto di un bene è buona pressi incoraggiare l’utente a recensire la propria esperienza.
Un elevato numero di recensioni positive è una garanzia per i clienti futuri. Inoltre, sono molto apprezzate da Google, che premierà l’attività all’interno della pagina dei risultati di ricerca. Possiamo definire le recensioni come il “passaparola 2.0” e per questo è bene tenerle sotto controllo. Le persone si fidano di più di un’opinione lasciata da altri clienti, piuttosto che della pubblicità!
Local SEO e AdWords.
Se un determinato brand possiede un sito istituzionale, è essenziale che esso venga trovato nel momento in cui un utente va a compiere una ricerca. Nella Local SEO, dunque, sono racchiuse un insieme di pratiche che aiutano a posizionare i termini e le parole chiave appropriate, per quel particolare luogo.
AdWords è invece lo strumento di Google che permette ad un brand di apparire nei risultati di ricerca in maniera “non organica”, quindi a pagamento. Uno strumento utile, se combinato con la SEO locale.
Eventi locali.
È bene organizzare eventi locali in modo da creare relazioni sia con clienti, ma soprattutto con i media locali. Questi sono utili perché creano un atteggiamento positivo attorno all’impresa e favoriscono la visibilità del brand. Si crea un passaparola che da un lato incuriosisce i potenziali clienti e dall’altro consoliderà il posizionamento del marchio, nella mente dei clienti attuali.
Questi sono solo alcuni degli strumenti a disposizione per le piccole e medie imprese per una strategia di Local Marketing che, oltretutto, hanno un costo decisamente sostenibile. Il loro utilizzo, combinato con altre attività specifiche, porterà benefici tangibili già nel medio periodo. Occorre però una giusta programmazione e la giusta costanza nel coordinare le diverse opzioni di comunicazioni, in modo che siano sempre aggiornate e coerenti tra di loro. L’aiuto di un esperto (un consulente piuttosto che un’agenzia) permette di misurare accuratamente le statistiche, le metriche e i risultati raggiunti. L’esperto associa un lavoro di analisi che, da una parte, aiuta a monitorare i progressi e gli obiettivi di ogni strumento, mentre, dall’altra, permette di capire se la strategia percorsa è quella giusta.